Nel fine settimana sono avvenuti due fatti in qualche modo collegati...la tragedia in Norvegia e la morte di Amy Winehouse. Due tipi di morte: una purtroppo non cercata, da parte dei tanti giovani uccisi da quel folle, l'altra forse voluta fin troppo. E anche un'altra cosa accomuna i due fatti: la solitudine.Il pazzo attentatore di Utoya, che sicuramente le rotelle al suo posto non le aveva per uccidere quasi 100 ragazzi, era probabilmente un uomo solo, che non era mai stato amato, che mai aveva amato. Con ciò ovviamente non si cerca una "giustificazione" a quanto accaduto, che è inaccettabile..ma si cerca di comprendere l'origine di tali comportamenti..di dare un senso all'inspiegabile.
E Amy? Lei aveva tutto..soldi, successo, era giovanissima..27 anni. Eppure da mesi si stava autodistruggendo. Forse la spirale del successo, che non tutti hanno la forza di gestire, di affrontare. Proprio perchè hai raggiunto la popolarità, sei al centro del mondo..puoi cadere, farti travolgere. E se sei solo non riesci a superare la depressione. Forse lo era anche quell'artista, in un mondo difficile non è semplice trovare chi ti accompagni con sincerità nei meandri tortuosi della vita. Già...La vita..questa vita che sembra diventata cosi di poco valore, si perde per niente..i social network, i giornali sembrano quasi in attesa della prossima vittima da commemorare. Eppure..basterebbe poco per amarla, basterebbe guardare il mondo ancora con la capacità di stupirsi, anche delle cose piu banali. Rendersi conto che la vita è breve, e proprio per questo viverla al meglio..credere che domani possa sempre riservare una sorpresa, qualcosa che non ti aspetti. Vivere per un nuovo sorriso, un altro bacio, un nuovo paesaggio...scoprire che c'è ancora chi si ricorda di te dopo tanto tempo, chi ti pensa ancora, ricordarsi di tua madre che ti ha guardato con occhi di commozione il primo giorno che sei andato a scuola, della paura che avevi la prima volta che hai baciato chi amavi. Ricordarsi dell'ultima volta che hai pianto e quanto, in quella disperazione, ti sia sentita maledettamente viva.